venerdì 12 dicembre 2014

LO SPAZIO DI RICCARDO (1C)


Cari lettori, da oggi abbiamo un nuovo blogger tra noi! Si chiama Riccardo e, siccome è un ragazzino molto fantasioso e creativo, ha deciso di collaborare con noi inventando fantastiche storie che vi stupiranno.
Allora, che altro aggiungere...sieti pronti ad entrare nel suo Mondo Fantastico?
Che cosa aspettate? 
Buona lettura! :)


UNO SCONTRO EPICO



Tanto tempo fa, un certo URA-GANO, che era appassionato di distruzione, voleva conquistare il mondo, perché, secondo la profezia uraganica, un giorno sarebbe arrivato un essere in grado di sconfiggerlo. URA-GANO era un re e disponeva di un esercito di 100.000 SOLDATORNADI: nessun esercito sarebbe stato in grado di sconfiggerlo perché era troppo potente e numeroso. Grazie a quell’esercito URA-GANO diventò LORD URA-GANO.

Non molto lontano da CASTELTORNADO, “Primavera”, nel suo CASTELFIORITO , vide con il suo fantastico e meraviglioso cannocchiale ricoperto di fiori l’esercito di LORD URA-GANO che si avvicinava. La regina, che solitamente era gentile, chiese aiuto al popolo chiedendo loro di prepararsi a difendersi, ma era molto arrabbiata perché il suo migliore amico LORD PRINCILUSS era già morto in battaglia. La Regina, allora, chiese l’intervento di tutta la parte amica del Regno di Narcanica. Chiamò il popolo della musica e della rugiada. I capi di quei popoli chiesero che cosa stesse succedendo, lei disse:”LORD URA-GANO sta distruggendo tutte le cose, tutti gli esseri viventi.” Allora i popoli convocarono i loro eserciti: (Esercito della musica - Archi-trombone-gigaforti-combatroni), (Esercito della rugiada - Acquaceri-rugiforti-tsunamenti). In tutto erano 50.000, la metà dell’esercito di LORD URA-GANO: li avrebbe spazzati via come foglie. Ebbe così inizio lo scontro. Catapulte, fuoco, spade, ma l’esercito del bene stava perdendo, ormai erano ridotti a pochi uomini. I capi continuavano a dire:”Siamo perduti!!!”. Ma quando la speranza era ormai alla fine, ecco risorgere dal più remoto angolo dell’universo un nuovo eroe, Exodierus, che, con il suo battaglione così potente, toccando il terreno, provocò un’onda d’urto di una forza così smisurata da creare una voragine enorme. Insieme al leggendario capo Exodierus i guerrieri rasero al suolo tutto l’esercito nemico con le loro armi, la più potente era la Spada delle mille spade, con la quale il condottiero Exodierus sconfisse LORD URA-GANO per sempre. Il regno così si riunì e i popoli vissero per altri mille anni felici e contenti. LORD URA-GANO fu sconfitto, ma gira voce che, ogni tanto, il suo spirito guerriero si manifesti con violenza e crudeltà distruggendo i raccolti, sollevando le acque, formando onde gigantesche, allagando città e scaricando con forte intensità fulmini e pioggia, perché si ricorda della sconfitta che gli è stata inflitta da Exodierus!





TERRORE IN CASA

Era una notte buia e tempestosa, Nicholas si trovava nella sua casa vicino al cimitero, da solo, perché i suoi genitori erano andati via per un impegno improvviso.
Il ragazzo stava tranquillamente guardando un film horror, quando, verso le undici di sera, la luce si spense improvvisamente: le mani gli cominciarono a sudare per la paura.
In quel silenzio si senti un crescente rumore metallico...tutt'a un tratto la luce della cucina si accese e un'ombra misteriosa si abbattè sul giovane, che urlò talmente tanto da provocare il risveglio dei fantasmi del vicino cimitero.
Qualche minuto dopo, superata la paura, Nicholas si accorse che c'era un gatto randagio fuori dalla finestra. Dopo averlo scoperto, il ragazzo preferì essere prudente e si mosse per la casa con occhi vigili, stando molto attento, più attento di quanto fosse mai stato a scuola. E fece bene! All'improvviso, infatti, ci fu un'esplosione in casa e in salotto apparvero cento fantasmi.
Nicolas non resse il colpo e svenne sul divano, facendo cadere i cuscini. Fu allora che apparve il re fantasma, convinto di poter eseguire il suo oscuro piano, cioè conquistare il mondo e prendere il corpo del ragazzo.
Tutto sembrava perduto, quando, ad certo punto, la porta di casa esplose ed entrarono i suoi genitori armati di “Aspira-fantasmi 8000”. Era da molto tempo che volevano catturare il re fantasma, e questo sarebbe stato lo scontro finale!!!
Il re fantasma iniziò il duello lanciando una palla gigante di ectoplasma, ma i genitori di Nicholas la schivarono e risucchiarono il loro rivale. In quel momento tutti gli altri fantasmi scomparvero nella prigione fantasmagorica (il cimitero, per chi non lo avesse ancora capito...).
Nicholas si svegliò la mattina dopo , vide i suoi genitori e capì quindi che erano tornati.
...Il ragazzo pensò che i fantasmi fossero stati solo parte di un brutto sogno.



Riccardo P.




giovedì 11 dicembre 2014

SCELTI DA NOI PER VOI

Cari lettori,
noi, Carlotta e Nicole, blogger ormai esperte dell’ICPaccini’s Blog, abbiamo pensato di pubblicare settimanalmente un racconto che ci ha colpito particolarmente. Il fine è quello di condividere con voi le nostre riflessioni, nonché le nostre passioni.
…Non ci resta che augurarvi una buona lettura!

UNA STANZA A METÀ

Spesso, per evitare la guerra, tracciavano una linea immaginaria che dalla porta attraversava la stanza.
Di là stava Kate, e di qua Peter.
Da questa parte la scrivania di Peter con le matite e i colori, il suo animale di pezza, la giraffa col collo storto, il piccolo chimico e la cassetta di latta che conteneva tutti i suoi segreti e che Kate cercava sempre di aprire.
Dall’altra parte, la scrivania di Kate, il suo telescopio, il microscopio e per tutto il resto della sua camera c’erano le bambole.
Stavano sedute sul davanzale della finestra con le gambe ciondoloni, in bilico sulla cassettiera e appoggiate agli specchi, sedute dentro la carrozzella, pigiate come operai pendolari sulla metropolitana.
Le preferite erano quelle più vicine al suo letto. Ce n’erano di tutti i colori, dal nero più nero e lucido come vernice da scarpe, al bianco più smorto, ma per lo più erano di un bel rosa acceso. Certe erano nude altre indossavano una sola cosa, un calzino, una maglietta, o una cuffia.
Alcune erano tutte agghindate in lussuosi vestiti
da ballo con fasce, tuniche in pizzo e strascichi carichi di nastrini. Erano una diversa dall’altra, ma una cosa in comune l’avevano:quello sguardo fisso, arrabbiato, da pazze. In teoria avrebbero dovuto essere dei neonati, ma gli occhi le tradivano. I neonati non guardano in quel modo nessuno. Passando accanto alle bambole, Peter si sentiva osservato e, uscendo dalla stanza sospettava sempre che si mettessero a parlare di lui, tutte e sessanta.
Eppure, non gli aveva mai fatto niente di male e in fondo ce n’ era soltanto una che proprio non gli piaceva. LA CATTIVA. Persino a Kate le metteva paura, talmente tanta che non aveva il coraggio di buttarla , casomai quella fosse tornata nel cuore della notte per vendicarsi. La Cattiva chiunque l’avrebbe riconosciuta al primo sguardo. Era di un rosa mai visto su un essere umano. Molto tempo fa la gamba sinistra e il braccio destro erano stati strappati dai buchi del corpo. E sul cranio crivellato di buchi le cresceva un ciuffo spesso di capelli neri.
Chi l’aveva fabbricata doveva aver avuto intenzione di farle un bel sorriso dolce, ma qualcosa era di sicuro andato storto nello stampo, perché la Cattiva tirava su il labbro in una specie di smorfia e pareva sempre pensare alle cose più brutte del mondo.
Qualche volta Kate la prendeva in braccio e cercava di ammansirla con paroline dolci, ma dopo un minuto rabbrividiva e la rimetteva al suo posto.

Scelto da noi per voi perché…
Abbiamo scelto questo racconto per la fantasia con cui lo scrittore ha descritto nei minimi particolari la “Cattiva” (la bambola malefica che era situata nella parte più oscura della stanza di Kate) e soprattutto per la capacità del protagonista di coinvolgere il lettore e di trasmettergli un senso di paura.


INVESTITO DA UN’AUTO CON UNA GOMMA A TERRA

Io non mi abbronzo facilmente. E neanche difficilmente. Mi spiego, ho i capelli rossicci e la pelle delicatissima. Quando vado in spiaggia non mi prendo una bella tintarella no, mi prendo un brutto colpo di sole.
E poi non vado mai in spiaggia perché sono di Brooklyn. I Brooklinesi hanno solo Coney Island, che come spiaggia fa schifo. Correva voce durante la guerra che i sottomarini tedeschi nemici, se vi ricordate, venivano qui e l‘inquinamento li corrodeva, nella zona di mare riservata ai bagnanti.
Ero un ragazzino sensibile, io, ero un poeta.
Nella mia classe c’erano tipetti duri ce n’era uno, Floyd, che sedeva nel banco degli asini, capite, che aveva il cervello dura zucca. Uno di quelli con la mentalità da vegetale.
In quegli anni successivi diventammo però amici, da grandi. Io gli tolsi una spina da una mano.       
Una volta, da ragazzo, me ne stavo andando a lezione di violino. Passo davanti a una sala da biliardo e lì c’era la banda di Floyd, stava sgonfiando le gomme delle auto dei paraggi. Non solo a quelle parcheggiate ma anche a quelle in movimento. Io passo oltre come niente fosse e lui mi chiama, fa: - Ehi, Roscio!
Non ci ho visto più. Ero un ragazzo coraggioso. Poso il violino. Vado là e gli dico : - Non mi chiamo Roscio. Se mi vuoi, rivolgiti a me educatamente, il mio nome è Heywood Allen, per tua norma e regola.
Trascorsi quell’inverno sulla sedia a rotelle dopo che un’ equipe di chirurghi mi estrasse il violino. Per mia buona fortuna non prendevo lezioni di violoncello.
Io non sono combattivo. Non so battermi e, poi, ho i riflessi lentissimi. Una volta, fui investito da un auto con una gomma a terra, che la spingevano in due.

Scelto da noi per voi perché…
Abbiamo scelto questo racconto perché è divertente, simpatico e ironico allo stesso tempo. L’abbiamo scelto anche per far capire quanto è brutto il bullismo e quanto è terribile essere presi di mira da qualche prepotente.


DUE AMICI INSEPARABILI

E’ la storia di nuvola, un coniglietto bianco, rimasto solo dopo essere sopravissuto a tutti i suoi fratellini morti in tenera età, e di Vajolet, una graziosa, micina nata, stranamente, come figlia unica, cresciuta solitaria e schiava perfino degli altri gatti. Nuvola mi è stata regalata da una bambina di dieci anni che, in segno di grande affetto e amicizia, ha deciso di privarsi di quell’unico coniglietto che le era rimasto, raccomandandosi di circondarlo di affetto.
Non è difficile capire quale e quanta fosse la mia preoccupazione: un coniglietto tutto solo in un luogo nel quale non vi era nessun altro compagno coniglio e dove, anzi, i predatori abbandonavano, tra i cani e gatti!
Nel frattempo era nata Vajolet da una gatta che di cucciolate numerose ne aveva sempre fatte! Il numero minimo dei suoi gattini è sempre stato di quattro o cinque……ma questa volta, guarda caso, era nata solo lei, una gattina impertinente che aveva quasi subito manifestato il suo carattere indipendente e aggressivo, nonché schivo e differente verso tutti.
Da giorni la osservavo mentre se ne stava rannicchiata, con un’espressine triste e pensierosa…….Poi era arrivato questo coniglietto, un batuffolo bianco che scappava al primo impercettibile fruscio, che tremava appena lo guardavi un po’ più a lungo del solito……Quanta indecisione prima di lasciare che Nuvola e Vajolet si avvicinassero l’uno all’altra….E poi…..stento ancora a crederlo! Dopo essersi annusati e studiati da tutti i punti di vista, è scoccata la scintilla!!! Sono diventati inseparabili: si corrono dietro, giocano, mangiano, dormono, fanno lotte e perfino…..vanno in bagno sempre insieme!!! Così, tra queste due anime sole, è nata un’amicizia meravigliosa che ha cancellato persino il ricordo della loro solitudine.

Scelto da noi per voi perché…
Questo racconto per noi è molto significativo, perché rappresenta l’amicizia tra due animali così diversi tra loro. I due protagonisti, alla prima occhiata, sono diventati amici per la pelle, e probabilmente, lo rimarranno per sempre, così come spesso succede a noi esseri umani.





GIOCHI LINGUISTICI

     METAGRAMMI

Tavolo = Votalo
Candito = Citando
Tesoro = Roseto
Stare = Resta
Tende = Dente
Mare = Rema
Rosso = Sorso
Armi = Rami/Mira
Pazzo = Pozza
Enzo = Zone
Gole = Lego


ZEPPA

Toro = Torto = Torta = Corta = Scorta
Toro = Tono = Toni = Tondi
Male = Mare = Moro = Morto = Mirto
Male = Sale = Sali = Salvi = Salivi = Saliva
Male = Cale = Calde = Cialde


ACROSTICI

Luca

L = Lacrimo
U = Unicamente
C = Come un
A = Animale


Giacomo

G = Già
I = Immagino
A = Amicizie
C = Colorate
O = Oltre
M = Mani
O = Ondulati


Giulia

G = Giura
I = Insieme in
U = Un
L = Lampo
I = Impossibile
A = Amicizia



    G = Gioco
I = Infinito
U = Una
L = Luce
I = Improvvisa
A = Anche questa


Gaia

     G = Giurare
A = Amicizia
I = In
A = Amore
  

Giovanni

G = Già
I = Immagino
O = Orme che
V = Vanno
A = Anche
N = Nel
N = Niente
I = Immenso


Roberto

R = Rastrellare un
O = Orto
B = Bene
E = E
R = Riconoscere chi
T = Trova l’
O = Oro


   Elisabetta

     E = E
L = Lontano
I = I
S = Sentieri
A = Ancora
B = Bagnati dell’
E = Echeggiare
T = Tradiscono
T = Tutta l’
A = Aria

     E = Entrare
L = Lottando
I = In
S = Sentimenti
A = Ancora
B = Banditi
E = E
T = Tradendo
T = Trasparente
A = Amicizia


CALEMBOUR

1. Tanto va la gatta al largo che la salverà il bagnino
2. Uno per Totti, Totti per uno
3. Esonda il Fiumicino e piange il coinquilino
4. Via Mazzari dall’Inter



LIGURIA DEVASTATA

Nei giorni 9 e 10 ottobre 2014, a Genova e nei comuni limitrofi, a seguito di una serie di forti precipitazioni, si è verificata un’alluvione: 395 mm di acqua sono caduti in 24 ore. In particolare, sono straripati i seguenti torrenti: Bisagno, Sturla, Fereggiano, Noce e Torbella.
Ma vediamo più da vicino che cosa è successo a Chiavari il 9 ottobre. Nel pomeriggio il torrente Entella è straripato, allagando tutto il centro storico: manca la corrente elettrica, l'acqua raggiunge il primo piano delle case e trascina alcune auto con all’interno delle persone, tre delle quali vengono tratte in salvo.
Il 10 ottobre a Genova, nella mattinata, si verificano precipitazioni intense. Nel pomeriggio le precipitazioni si fermano, per poi riprendere a tarda sera e poi con maggiore intensità nella notte. Alle 23.30 il torrente Bisagno esonda: l'acqua invade le strade e trascina le auto parcheggiate. Alle tre di notte, a causa degli allagamenti, parte della città rimane senza corrente. Anche il rio Fereggiano, che causò l’alluvione del 2011 staripa e allaga la zona di via Fereggiano e di corso Sardegna. Le acque del torrente Bisagno arrivano sino all'altezza di un metro e ottanta e trascinano molte auto incastrandole nei pressi dei tunnel pedonali e stradali accanto alla stazione Brignole.
Riccardo P. e Martina M.







giovedì 4 dicembre 2014

STEAMBOY

Il 13 e il 27 novembre 2014, il prof. Penati e il prof. Fumagalli, insegnanti del laboratorio CPU, HOW ARE YOU?, accompagnati dalla prof.ssa Brambilla, insegnante del LABORATORIO SCIENTIFICO, ci hanno proposto la visione del film STEAMBOY, cartone animato di fantascienza adatto a tutte le età, creato dal  grandissimo regista giapponese  Otomo.

TRAMA
1866, Inghilterra vittoriana alternativa. Alla vigilia della prima Esposizione Universale, Ray Steam, figlio di una famiglia di scienziati di Manchester, trascorre giorni e notti a escogitare nuove invenzioni. Ray aspetta con impazienza il ritorno del padre e del nonno, partiti per l'America per proseguire le proprie ricerche. Un giorno il ragazzo riceve una misteriosa sfera metallica inviatagli dal nonno. Ma l'Ohara Foundation vuole impossessarsi della sfera e rapisce Ray portandolo a Londra, nel padiglione della Ohara Foundation. Qui il ragazzo scopre i poteri della sfera: si tratta di un contenitore di vapore compresso ad alta densità, che può generare un'energia di proporzioni incredibili. Ray dovrà impedire in ogni modo che la sfera venga usata per scopi malvagi.
Margherita B., Valentina D.G.

LE NOSTRE RIFLESSIONI
Giovedì scorso, noi del blog della scuola, ci siamo recati in aula polifunzionale con i ragazzi che frequentano il corso di “CPU, HOW ARE YOU?” per assistere alla visione del film “Steamboy” e, dal momento che la storia del ragazzo e del suo sogno ci ha colpiti così tanto, abbiamo deciso di condividere con voi le nostre riflessioni. Innanzitutto, ci si può soffermare sul titolo. Sappiamo che il protagonista è un ragazzo di dieci anni, Ray Steam: Steam è il cognome del protagonista (o meglio, dei tre protagonisti), nonché il “motore” del film, ossia il VAPORE; Boy, invece, vuol dire “Ragazzo” (il protagonista è, infatti, un ragazzino) anche se, secondo noi, sarebbe più adatto tradurre questo termine con la parola “eroe”.
Appassionato e molto portato per la scienza e per alcune bizzarre invenzioni, viene coinvolto e vive in prima persona un’avventura che lo porterà a decidere quale strada intraprendere: il padre, infatti, è dalla parte dei borghesi imprenditori, mentre il nonno è contrario a donare qualcosa di importante, come può essere una prodigiosa scoperta scientifica, a individui che intendono usarla per fabbricare armi da guerra, portatrici di distruzione e morte. Ray si trova così a dover compiere scelte difficili, nel mezzo dell’eterna lotta tra il Bene e il Male, affiancato solo dalla sua incredibile mente ingegnosa e dalla sfera Steam, la rivoluzionaria invenzione del nonno che racchiude in sé una forza immensa, costituita dal vapore, elemento totalmente innovativo per quell’epoca.
É proprio questa sfera a coinvolgere Ray in un viaggio, nel quale egli deve dimostrare tutta la sua intelligenza e la sua abilità nel trovare una serie di rapide soluzioni per ogni tipo di situazione. Il film, per noi, è stato un’occasione e un modo per riflettere sulla realtà che ci circonda. Abbiamo capito come nella nostra società sia importante il ruolo svolto dalla Scienza, presente in ogni aspetto della nostra vita. Basti pensare, per esempio, ai computer, alla TV, ai videogiochi, ecc. L’importante è saperne fare un buon uso, dal momento che è una risorsa così preziosa per l’umanità. Abbiamo inoltre riflettuto sul fatto che, nonostante la Scienza sia qualcosa di meraviglioso, c’è sempre qualcuno che, per scopi personali, per acquisire “potere su potere” o, ancora peggio, per fare del male agli altri, ne fa un cattivo uso.
Nella Scienza però si può trovare anche la bellezza. La Scienza, infatti, non si esaurisce solo in esperimenti e formule, ma contribuisce a rendere migliori anche l’architettura, l’arte e la vita di noi tutti. Provate solo a immaginare a come sarebbe la vostra vita senza riscaldamenti, senza un modo per far bollire l’acqua, per cucinare, ecc. Impossibile. Quindi, la domanda che vogliamo sottoporvi è: CHE COS’É DAVVERO LA SCIENZA? Qualcosa di utile, qualcosa di indispensabile o qualcosa di bello, che ci può rendere felici? A voi la risposta :)!



Chiara R., Adriana F. 



Sezione Sport, interviste sportive all'ICPaccini di Sovico

Ciao a tutti! Oggi noi, ragazzi del blog della scuola, abbiamo deciso di intervistare alcuni alunni, bidelli e professori…non su storia, non su geografia, ma sulle loro squadre calcistiche preferite! Ed è proprio questo sport, il calcio, che fa sì che anche i professori ritornino ad essere degli adolescenti come noi.

Che squadra tifi?
Edoardo: Juventus.
Matteo: Milan.
Simone: Barcellona.
Davide: Juventus.
Andrea: Juventus
Luca: Inter.
Matteo: Juventus.
Luca: Juventus.
Gabriel: Juventus.
Gianluca: Juventus.

Qual è il tuo giocatore preferito?
Edoardo: Messi.
Matteo: Bale.
Simone: Messi.
Davide: Pogba.
Andrea: Vidal.
Luca: Osvaldo.
Matteo: Tevez.
Luca: Pogba.
Gabriel: Tevez.
Gianluca: Coman.

Giochi a calcio?
Edoardo: Sì.
Matteo: Sì.
Davide: Sì.
Andrea: Sì.
Luca: Sì.
Matteo: Sì.
Luca: No.
Gabriel: Sì.
Gianluca: Sì.

In che squadra giochi?
Edoardo: ACD Biassono.
Matteo: GSO Sovico.
Simone: GSO Sovico.
Davide: ACD Biassono.
Andrea: ACD Biassono.
Luca: GSO Sovico.
Matteo: GSO Sovico.
Luca: Non gioco in nessuna squadra.
Gabriel: Albiatese.
Gianluca: GSO Sovico.

Quale sport pensi ti si addica di più?
Edoardo: Il calcio.
Matteo: Il calcio.
Simone: Il calcio.
Davide: Il calcio.
Andrea: Il calcio.
Luca: Il calcio.
Matteo: Le arti marziali.
Luca: L’atletica.
Gabriel: Il rugby.
Gianluca: Il calcio.

E ora, come promesso, intervista calcistica per professori e i bidelli! Ad ognuno di loro abbiamo sottoposto queste domande:

1)   Le piace il calcio?
2)   Che squadra tifa?
3)   Da piccolo/a ha giocato a calcio? Se sì, per quanto tempo?

Il primo a rispondere è stato il prof. Barlassina, new-entry di quest’anno della nostra scuola, insegnante di clarinetto.

1)    No, infatti seguo solo i Mondiali.
2)   Non sono un grande appassionato di calcio, ma tifo comunque la Nazionale italiana.
3)   Sì, da ragazzo, prima di dedicarmi al clarinetto.

Il secondo professore coraggioso è stato Ravizza, storico insegnante di pianoforte.
1)    Non seguo il calcio, ma spesso guardo le partite della Nazionale italiana.
2)   Juventus.
3)   Sì, durante il periodo dalle elementari alle medie.

…Anche le professoresse hanno deciso di parlare della loro “relazione” con questo sport!

Prof.ssa Berardi  - insegnante di religione
1)    No, detesto il calcio con tutto il mio cuore!
2)   Nessuna squadra.
3)   Ma neanche per idea!

Grazie delle risposte, prof.! Ora passiamo alla prof. Bestetti, la nostra insegnante di inglese.
1)    No, seguo solo la Nazionale.
2)   Italy!
3)   No.

Ed ecco giunto il turno della prof. Di Giovanni, nostra amatissima ex-insegnante di francese.
1)    No, solo i Mondiali.
2)   L’Italia.
3)   No.

Ma ecco la prof. più appassionata di questo sport, l’insegnante di lettere del corso C, Laura Sala.
1)    Certo!
2)   Juventus, ovviamente!
3)   Sì, durante l’intervallo a scuola, giocavo in difesa.

Il calcio femminile attira anche…le bidelle! Vai Angelina, è il tuo momento!
1) Sì, sia partite singole che Mondiali.
2) Juventus!
3) No.

Ma ora tocca a voi, popolo di Internet, scommettiamo che vi piace un mondo il calcio! Allora continuate a praticare questo sport con impegno e vedrete che risultati!

Chiara R., Alberto B.,
Riccardo P., Tommaso S.C.














  






giovedì 27 novembre 2014

CARO DIARIO...I RAGAZZI DELLA 2C RACCONTANO

CHE COSA C’E’ SOTTO IL BANCO?

(…..IL MIO……)

28 ottobre 2014
Caro Diario,
sotto il banco, in fondo in fondo, c’è sempre qualcosa di segreto che non sai a chi raccontare.
Sotto il banco ci sono scritte con il pennarello, righe di matite pesanti che hanno reso felici molti ragazzi, zaini colmi di libri di ogni materia.
Sotto il banco ci sono gli amici che ho lasciato quest’estate, le stupende giornate trascorse con loro, gli scherzi, i sentimenti, le emozioni.
Sotto il banco ci sono i bigliettini che passano durante le verifiche e nelle ore meno interessanti, sotto il banco si può giocare con le penne e con la gomma pane.
Insomma c’è molto della mia vita, di quella dei miei compagni e dei miei amici.
Caro Diario, sotto il mio banco si può immaginare una vita fatta per noi, ci sono tutti i segreti che si tramandano di ragazzo in ragazzo.
Inoltre io penso che sotto il banco ci sia un pezzo della storia di tutti.
Ora ti devo lasciare a presto.
Simone


(……QUELLO DELL’INSEGNANTE…….)

28 ottobre 2014
Caro Diario,
la mia insegnante non vede cosa c’è sotto il nostro banco.
Vede le gambe accavallate, gli zaini buttati per terra, i fazzoletti tutti sporchi sul pavimento; vede matite e gomme cadute dai banchi, i foglietti che passano di mano in mano.
Penso che anche la mia insegnante abbia un suo grande sottobanco!
Quando stiamo facendo verifiche o ricopiando testi, lei e lì seduta dietro la sua cattedra che pensa alle sue amicizie, alla sua vita passata.
Anche lei ogni anno impara qualcosa da noi.
Ci vediamo domani.

      Simone


(….QUELLO DELL’OPERATORE SCOLASTICO INCARICATO DELLE PULIZIE……..)


28 ottobre 2014

Caro Diario,
dopo il suono dell’ultima campanella, il bidello con il suo camice blu, passa per tutte le aule, svuota i cestini, lucida lavagne e vetri e pulisce i pavimenti.
Sotto il banco tra carte stracciate, pacchetti di merendine vuote, matite e gomme ripercorre la giornata di scuola dei ragazzi.
 Anche lui ha un suo sottobanco.
Quando è lì seduto, dietro alla sua cattedra, ripensa come era lui all’età delle medie, a come rideva e scherzava con gli amici, a quanto si divertiva.
A presto.

Simone





SOTTO IL BANCO

(…..IL MIO……)
                                                       
                                                                        28 ottobre 2014

Caro diario,     
tante persone pensano che la carta sul pavimento sia solo sporcizia e pattumiera: per me no! Per me sono fogli di carta magici che hanno la possibilità di far rivivere QUALSIASI COSA!! E gli involucri delle merende?Sono visiere che permettono di vedere il mondo in cui le matite camminano con gambe disegnate all’aria; le penne pasticciano disperate i muri perché non sono capaci di scrivere; e tutte le gomme che ho perso, in divisa da militare, marciano per trovare i ragazzi che mi stanno più antipatici.
Quindi nascondo tutto in un astuccio segreto che lascio sotto il banco a scuola: spero che il bidello non lo trovi mai!
Ciao diario                                                   
                           
                                                                    Arianna



SOTTO IL BANCO

(…..VISTO DAL BIDELLO……)
                                                       
28 ottobre 2014
Caro Diario,
anche oggi è stata una giornata pesante. Come ogni giorno alla fine delle lezioni mi tocca fermarmi a scuola mezz’ora in più per ripulire, non solo i banchi e i pavimenti delle aule, ma anche tutti i rifiuti che i ragazzi lasciano sotto il banco: che maleducati!
Lì sotto trovo davvero di tutto: fazzoletti di carta, cicche, fogli stracciati in mille pezzettini, matite, gomme…
Come sarebbe bello se ognuno tenesse il proprio banco pulito! Eviterei tutta questa fatica e per una volta andrei a letto soddisfatto di lavorare in una scuola di ragazzi educati e più rispettosi per il lavoro degli altri.


                                                                                 Michele

GIORNATE APERTE

Cari lettori, vogliamo condividere con voi alcuni racconti scritti dai ragazzi di seconda durante le Giornate aperte del mese di ottobre.
Buona lettura!

La sconfitta del ragazzo che vola

C’erano una volta quattro fratelli di nome Raffaello, Donatello,  Michelangelo e Isabella.
I fratelli vivevano in una città immensa, dove le case erano molto vicine tra loro.
Un giorno, il ragazzo che vola, rapì la giovane Isabella e la portò nel suo covo, a un  chilometro dalla città. 
I tre fratelli spaventati per il rapimento della sorellina, si rifugiarono nel loro covo degli artisti “L’ARTICOVO”, che era fornito di un sacco di armi, dalla pistola che spara colla detta ”BATZUCOLLA”, alla pistola che immobilizza per un’ ora. 
I tre presero il loro fuoristrada e partirono alla ricerca di Isabella. 
Al covo del ragazzo che vola trovarono gli scagnozzi che ostacolavano il passaggio, ma loro con i “BATZUCOLLA” e con le pistole che immobilizzano  per un’ ora riuscirono a sconfiggerli, entrarono nel covo e liberarono Isabella.
Con “L’ARMADILLOMOBILE” la portarono in salvo, perché la macchina era corazzata come il guscio di un armadillo, con ruote corazzate (praticamente indistruttibili). Schiacciando un pulsante davanti alla guida si aprì uno sportello con la pistola immobilizzante, che   sparò al ragazzo che vola, mentre stava cercando di scappare.
 Ma non è finita qui perché …                                                      
Anno scolastico 2014/15                                                                            
Giornate aperte  
Classi seconde
Attività “ Tutti hanno una storia da raccontare”
Autori:  Nicolas S. 2^ A

             Martino A. 2^ D


Storia di Nadja

Mi chiamo Nadja e sono di origine marocchina . 
Da quando avevo  dodici  anni  il mio sogno è diventare una giornalista. Mio padre è stato licenziato in Marocco e ha trovato lavoro in Italia, così ci siamo trasferiti qui e sto frequentando l’ultimo anno di università.  
Mi mancano molto le mie amiche, ma la mia vicina di casa parla arabo ed è molto simpatica: si chiama Elisa. 
Alcune compagne di università mi prendono in giro, per la mia religione e il mio modo di vestire, ma io le ignoro. 
Elisa mi aiuta a perfezionare l’italiano e dice che ho raggiunto un buon livello di padronanza della lingua. 
Ho provato a cercare lavoro in diverse redazioni, ma non mi hanno assunta, forse perché sono marocchina.
Ma non mi scoraggio facilmente: adesso mi sto impegnando molto, tenendomi aggiornata  su tutte le novità  in ambito culturale e sto scrivendo un articolo che parla della condizione delle donne in Marocco; lo proporrò alla prossima redazione, a cui mi presenterò, sperando che giudichino le mie capacità e non la mia origine e la mia religione.    
10 ANNI DOPO
Ce l’ho fatta! Sono una giornalista! Lavoro per un quotidiano a grande tiratura e ho finalmente realizzato il mio sogno.
Anno scolastico 2014/15                                                                            
Giornate aperte  
Classi seconde
Attività “ Tutti hanno una storia da raccontare”
Autrici:  Alice P.  2^ C    Valentina S.  2^ C