giovedì 14 dicembre 2017

LA CHIESA VECCHIA DI SOVICO

CHIESA VECCHIA DI SOVICO
Le prime fonti storiche riguardanti Sovico, risalenti all’VIII secolo d.C., fanno riferimento ad una località detta Summovico perché rialzata rispetto al territorio circostante. La Chiesa vecchia fu costruita sulla sua sommità. Era dedicata ai S. Simone e Giuda e venne costruita tra l’830 e l’880.
Questa chiesa è attualmente sconsacrata e custodita dal F.A.I., cioè il Fondo Ambientale Italiano, che si occupa di preservare il patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Non viene più utilizzata per scopi religiosi, ma come sito per mostre, concerti e visite guidate.

DESCRIZIONE DELL’INTERNO ATTUALE
Nell’angolo a sinistra, sotto il pavimento, si trova una tomba pagana del III secolo, mentre la navata è occupata dai sepolcri dei sacerdoti.
Sempre sul lato sinistro si trova l’accesso al locale del battistero. Sono anche presenti tre altari: il primo è dedicato alla Sacra Famiglia, il secondo è l’altare della Madonna, realizzato nel 1880 in marmo e stucchi, mentre il terzo, in marmo e gesso, è dedicato a san Carlo.
Il pulpito è ornato da decorazioni di legno, rifinito in foglie d’oro, e da due angeli che reggono un cartiglio (ovvero una raffigurazione stilizzata di un rotolo di carta contenente un'iscrizione) con la scritta “tutte le genti”.
Il capocielo (baldacchino appeso al soffitto sopra l'altare maggiore) è in noce massiccia ricoperta in foglia d’oro con drappi di broccato oro e rosso, tipico della liturgia ambrosiana.
Sul lato sinistro è anche presente una piccola nicchia, utilizzata per conservare gli oli santi.
L’altare è realizzato in lastre di marmo e alabastro. Il piano della mensa riporta le croci di consacrazione e contiene l’incavo che conteneva le reliquie.
Il tabernacolo è chiuso da una copia dell’originale sportello in ottone sbalzato, che è conservato nella casa parrocchiale.
Il tempietto è stato aggiunto dopo la ricostruzione sul progetto dell’architetto Arganini. Le sue colonne sono di marmo grigio con capitelli e basi in stucco dorato.
Il retro altare è racchiuso da una struttura in ferro battuto e in vetri gialli e viola (andati quasi interamente distrutti). Originariamente fungeva anche da secondo altare con un piccolo tabernacolo.
Il coro è realizzato in noce massiccia.
Sopra lo stallo del capo coro si vede lo sportello che conteneva l’argano di sollevamento del velario.

GLI AFFRESCHI 
Non sono stati trovati dei documenti che permettano di individuare l’autore degli affreschi.
L’AFFRESCO DELLA CUPOLA. Raffigura un cielo popolato da angeli. C'è una croce con la scritta "deus regnavit a ligno", sorretta da angeli drappeggiati di rosso, simbolo di martirio. Altri angeli tra le nuvole sono presentati a mani giunte.
AFFRESCHI DELL'ABSIDE. Nel primo affresco Gesú insegna indicando il rotolo della legge. Nell'altro Gesú punta il dito al cielo spostando il rotolo della legge, ad indicare che non sono le leggi scritte a rendere veri cristiani.
AFFESCHI DEI PENNACCHI. Raffigurano quattro angeli che reggono dei cartigli.
AFFRESCO DEL SOFFITTO. Ci sono teste di angeli che circondano la gloria di Dio, rappresentata da dei fasci di luce. Questa geometria è ripetuta più volte sul soffitto della navata.
Sopra il portone c’è la lapide in ricordo dell’ultima consacrazione.










LA VILLA REALE E I SUOI GIARDINI

Che cos’è la Villa Reale?
La Villa Reale è un grande palazzo neoclassico realizzato a Monza nel XVIII secolo. 
La storia della Villa Reale di Monza ha inizio con l’arrivo a Milano nel 1771 di Ferdinando d’Asburgo, penultimo figlio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria. Quando il Lombardo-Veneto venne annesso allo Stato del Piemonte, la Villa divenne residenza di villeggiatura di re Umberto I di Savoia. Dopo l’assassinio di Umberto I, il successore Vittorio Emanuele III non volle più utilizzare la Villa, per la quale iniziò un lungo periodo di decadenza.

Oggi la Villa Reale è di proprietà congiunta del Comune di Monza, della Regione Lombardia e del Demanio dello Stato, ed è stata recentemente restaurata.
La struttura della Villa Reale
La Villa Reale ha due piani più il seminterrato.                                                                          
Nel seminterrato si trovano attualmente i servizi di ristorazione e caffetteria, il bookshop, un laboratorio didattico, oltre naturalmente alla biglietteria e al guardaroba.                                  
Al primo piano della Villa Reale si trovavano le sale di rappresentanza della famiglia reale.  Il secondo piano ospita gli appartamenti privati dei sovrani e quelli degli ospiti, che sono gli ambienti più significativi della villa. A queste sale si accede dallo Scalone d’onore, dove si trovano due grandi lampioni in bronzo e ferro dorato con i simboli di casa Savoia.
La Villa Reale
I giardini della Villa Reale
Realizzati alla fine del Settecento, i Giardini Reali costituiscono uno dei primi esempi di giardini all’inglese del Nord Italia, con arredi storici e specie di pregio.
I giardini sono stati realizzati dall’architetto Giuseppe Piermarini, tra il 1778 e il 1783. Ispirati inizialmente alla moda francese e in seguito ampliati e modificati, i giardini sono un vero e proprio spettacolo.
Attraversando i Giardini Reali si possono osservare più di 15.000 specie diverse di fiori e piante! Grazie alla collaborazione di esperti giardinieri sono una delle principali attrazioni della villa.
I giardini ospitano un laghetto artificiale che viene alimentato dalle acque del fiume Lambro attraverso un canale artificiale (la Roggia del Principe), che parte da Sovico.
Del giardino fa parte anche il roseto, che ospita circa 4000 specie di rose, curate da esperti di tutto il mondo. Il roseto è delimitato da un’ampia serra (il Serrone), originariamente utilizzata per custodire alcune piante durante l’inverno.

La bellezza di questi giardini li ha resi da sempre oggetto di dipinti e fotografie suggestive.



Tra i viali dei giardini della Villa Reale


Il laghetto 



giovedì 7 dicembre 2017

A passeggio tra i giardini di Villa Tagliabue

Durante il mese di novembre, accompagnati dal signor Danilo Galbiati, noi ragazzi del gruppo BKM0 abbiamo avuto il piacere di visitare la Villa Tagliabue, una villa privata che si trova nel centro di Sovico.                                              Appena varcato il cancello, sulla sinistra, c’è un piccolo villino in cui abita il custode. Fin dall'ingresso si rimane colpiti dalla rigogliosa vegetazione che accompagna i sentieri che consentono di attraversare il giardino, nel quale è presente un piccolo laghetto artificiale con delle simpaticissime oche.  Be’, con noi non sono state tanto simpatiche però: ci hanno infatti “inseguiti” per gran parte della nostra visita e, sinceramente, ci siamo anche un po’spaventati.          Ma proseguiamo: il giardino ospita molti tipi di alberi; su ognuno di essi si trova un cartellino che permette di identificarlo: di ogni albero vengono infatti registrate la storia e le caratteristiche e, qualora siano malati, vengono o curato o abbattuti.                                      
Percorrendo i sentieri, si arriva all’esterno dell’abitazione principale, che si trova su un lato della proprietà. La villa, pensate, cari lettori, ha più di trecento anni di storia. L’edificio più antico è a forma rettangolare, mentre quello più giovane, che si trova di fianco a quello principale, è di forma quadrata, con un cortile centrale circondato da un porticato con colonne ricoperte da rose rampicanti.

Mirko, Luca, Cristian
Le simpatiche oche

Il villino del custode

Il porticato



Il colonnato con le rose rampicanti

Il laghetto






La scuderia

La serra della Villa Tagliabue


L'edifico più antico della Villa






Anno scolastico 2017-2018: la nostra corrispondenza con il sindaco Colombo


Cari lettori del blog,
anche quest'anno il sindaco Alfredo Colombo ci ha nominati custodi di tre aree: giardini area ex-Malegori, Oasi Belvedere e giardini della SSI grado dell'Istituto Paccini di Sovico.
Ecco a voi il nostro primo report...buona lettura!

Gentile Sindaco Alfredo Colombo ,
noi ragazzi di Bellezza Km0, durante il mese di ottobre, ci siamo recati nei luoghi che lei ci ha affidato con la convenzione del 26 ottobre scorso, ovvero: l’Oasi Belvedere e i giardini dell’area ex-Malegori.
Con nostra grande sorpresa, abbiamo riscontrato che le condizioni in cui versava il laghetto Belvedere erano abbastanza buone rispetto allo scorso anno: per terra c’erano poche cartacce, qualche tappo di bottiglia e un po’ di mozziconi di sigarette. Tuttavia, abbiamo anche trovato tre assorbenti, una bottiglia di plastica con un liquido giallognolo simile a urina e un sacchetto pieno di escrementi di animali, forse di cani.
Data la situazione, ci siamo “rimboccati le maniche” e, muniti di guanti e sacchetti, abbiamo ripulito l’area, ottenendo un buon risultato.
Terminato il lavoro al laghetto, siamo andati ai giardini di via Manzoni, dove abbiamo constatato che tutti i giochi erano stati rimossi…verranno quindi sostituiti?
Qui abbiamo trovato solo un laccio emostatico e un accendino; per il resto era tutto abbastanza in ordine.
Infine ci siamo anche occupati di pulire il giardino della scuola, che era in condizioni davvero pessime: c’erano cartacce di merendine ovunque, matite, pennarelli, penne, bucce di banana e di mandarino. Allora, anche in quest’occasione, ci siamo dati da fare, raccogliendo l’immondizia e aggiungendo dei nuovi cestini. Inoltre, abbiamo affisso per tutto il cortile dei cartelli (creati appositamente da noi) per sensibilizzare i nostri compagni alla tutela e alla cura dell’ambiente.
Ci auguriamo che tutto il nostro lavoro serva a qualcosa.
Ci sembra di averle detto tutto.
La ringraziamo dell’attenzione e porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Il gruppo di BKm0
P.S. In allegato trova alcune foto che documentano quanto sopra descritto.